Teatro

Poveri Cristi, tra terra e mare le anime cercano salvezza

Poveri Cristi, tra terra e mare le anime cercano salvezza

Sabato 3 settembre, la compagnia di Mimmo Borrelli ha portato a Bacoli, in un Parco restituito alla vita artistica, un intreccio di storie del sud attraversate dalla musica.

Marina Commedia, la compagnia fondata nel 2007 e presieduta da Mimmo Borrelli, compie un'altra delle sue peculiari operazioni di raffinata orditura di testo, musica ed inscrizione in luogo, disegnando uno spettacolo come Poveri Cristi - Viaggio in versi e musica nella poesia dialettale sulla tela naturalmente predisposta del Parco Cerillo di Bacoli, un sito rigenerato e restituito ad ottime possibilità di fruizione grazie allo spettacolare scenario su cui si posa.

Jacopone da Todi, Mimmo Borrelli, Ferdinando Russo, Trilussa, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Eduardo de Filippo, Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Rosa Balistreri e Michele Sovente: questi sono i riferimenti nei versi e nei canti di un Sud dialettale che va da Roma alla Sicilia e che trova un leitmotiv intimo ed appassionato negli animi di protagonisti-poveri Cristi, personaggi che recano il peso di una eredità che trova, per l'espressione del suo penare, radici che affondano nel Senso religioso/cristiano della Passione, restando tuttavia con piedi assolutamente saldi nel concetto e nel vissuto laico: un tipo di povertà che risiede anzitutto nell'interiorità immiserita piuttosto che nello status sociale, in cui si propagano naturalmente lande desertificate di ingiustizie ed emarginazioni, sofferenze della lotta per vivere ed anzi spesso per sopravvivere.

All'interno di queste storie, non ci si lascia però andare alla facile autocommiserazione: sia nella scrittura, sia nei gesti sicuri di Gennaro Di Colandrea e Valentina Elia, infatti, ci sono sorprendenti spunti positivi, come lingue di fuoco tracimanti un vulcano di disperazione che cercano il percorso della salvezza, o quantomeno, perché no, del dissolvimento della loro tensione, ché già aiuterebbe a giustificare uno sguardo verso l'orizzonte.

Se la trasformazione in voci e canti di questo movimento tellurico avviene dunque anzitutto con gesti attoriali sempre precisi e sincronizzati, va detto che nella forma scelta per questo spettacolo dalla regia del Di Colandrea, una parte determinante per la traduzione dell'ambiente è stata affidata al disegno della musica di Anna Della Ragione, che si distingue quando non solo sottolinea un andamento accompagnandone la vocazione (come nella Moresca del gatto e in Si vide all'animale), ma soprattutto quando assegna una elegante sede armonica alle capacità degli strumentisti (la stessa Della Ragione alla chitarra, Antonio Della Ragione alle percussioni e Giosi Cincotti con la sua fisarmonica) di entrare nella parte, con un risultato di apparente semplicità che è spesso la causa prima di una riuscita combinazione fra suono vocale e strumentale.

Dal primo “povero Cristo” Adamo, allo scioccante pescatore di frodo abusato dal padre, alla stupenda storia di Angela, donna violentata che il mare accoglie e trasforma, all'aggancio con le miserie e la disperazione delle miniere di Marcinelle a tante altre storie, questa cucitura così complessa riesce, e non lascia mai la sensazione di un ipertrofico sconforto, anzi, echeggia con suoni che sono sempre pronti ad esplodere in canti popolari che raccontano di campane, di mare e di nuove storie pronte per essere seguite, di un viaggio nel sud delle sensazioni in cui è facile riconoscere molte delle sfumature che ognuno porta con sé.